Meanwhile, across the sea...

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view post Posted on 21/9/2012, 12:04     +2   +1   -1
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EDIMBURGO/SCOZIA

Ci troviamo in una splendida magione, poco fuori dalla città. Un campanello suona, riecheggiando nei corridoi riccamente arredati, con le pareti ornate da barocche cornici contenenti le riproduzioni, su tela, dei passati tenutari del castello.
All'udire il campanello, un anziano maggiordomo raggiunge il salone dove un uomo è sprofondato in un'enorme poltrona rossa, quasi più simile ad un trono. Vedendolo parzialmente di spalle, se ne scorge solo un braccio.

MAGGIORDOMO: "Mi cercava, sir?"

L'uomo sulla poltrona si volta: è Daniel Stuart, e la casa è quella della sua famiglia.

STUART: "Si, James. Volevo che mi portassi i giornali di oggi... ma come sempre sei stato impeccabile, vedo che me li hai già preparati. Spero che non parlino ancora esclusivamente delle tette di Kate. L'avevo detto a William di non sposare una borghese, non hanno classe. E tra l'altro... pinciato di meglio. "

JAMES (porgendogli le riviste): "La ringrazio, sir. E' un piacere riaverla a casa, credevo che il suo impegno, in quella nuova federazione statunitense fosse full-time."

STUART: "Eriksen non può trattarmi come uno dei suoi beceri sottoposti. Se non mi mette in card, non può pretendere che io sia disponibile per lo show, non faccio certo il tappabuchi. Ad ogni modi, per quel poco che ho avuto modo di conoscerlo, ho visto che si tratta solo di uno smidollato. Nessuno, nel roster, teme la sua figura. Quindi capirai quanto può interessarmi rispettare le clausole del contratto..."

JAMES: "Mi è capitato di vedere qualcosa, seguendola in tv, sir. Effettivamente non appare come un gran condottiero, parecchi elementi sono allo sbando..."

STUART: "Se per questo, non è neanche un grande stratega. O un buon affarista. Assumi contemporaneamente me ed Anderson e lanci quel perdente nel Main Event, e releghi me a fronteggiare un nanerottolo? E' chiaro che la sua credibilità come manager si esaurisce appena varca il recinto dove sono confinati quei bifolchi del Mid-West."

JAMES: "Il suo avversario però... quel cosiddetto... Aenigma, appare tenace, se non erro, sir."

STUART (facendo un'espressione di disgusto sul volto): "Tenace? E' un microbo messicano con un nome altisonante. Un microbo noioso. Eriksen avrebbe potuto mandarmi contro di lui e l'avrei fatta finire in un amen, invece no... ancora nessun confronto diretto. Quindi anche quella pulce trova pretesti per alzare la voce. Ma sai che ti dico James? Non importa. Vorrà dire che giocherò un po', come un gatto con il topo. Finchè non sarà il momento di finirla, e farne un sol boccone."

JAMES: "E'chiaro che lei ha in mente qualcosa, sir."

Daniel Stuart si alza, e va verso la finestra, parzialmente aperta. Un sorrido sardonico fa capolino sul suo viso.

STUART: "Aenigma crede di conoscere la disperazione perchè ha avuto un passato difficile. E crede di essere destinato al riscatto perchè è partito da zero. Beh, è il momento di fargli capire che la sua storia non avrà un happy-ending. E magari, è anche il momento giusto per...far riaffiorare qualche fantasma...."

Dopo queste parole, Stuart congeda il suo maggiordomo, poi è egli stesso ad allontanarsi dalla finestra, estrarre il suo smartphone dalla tasca dei pantaloni, per fare quindi una telefonata, ma l'immagine sfuma prima di sapere chi è il suo interlocutore....
 
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